Dust n.23

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Dust è la rivista nata nel 2010 per raccontare le giovani generazioni. Il suo intento è raccontare i giovani senza le etichette imposte dalla società e gli schemi di lettura ai quali siamo abituati dei media sui fenomeni generazionali.
È un progetto non scontato e irriverente, perchè parla dei confini che non esistono più, delle barriere delle vecchie generazioni e dei loro preconcetti che oggi sono superati dalla realtà dei fatti. Dust è la polvere che avvolge l'incapacità di chi è venuto prima di raccogliere e comprendere le spinte interiori dei nuovi esseri umani. Il territorio su cui si muove la rivista è "la crisi", questa misteriosa entità che fagocita chi si affacci all'età adulta da ormai diversi anni, ma che per i giovani è il luogo migliore e più carico di nuove idee, paradigmi e forme.
I principali temi che affronta Dust sono visual culture, moda e arte. Il magazine è un laboratorie di giovani idee in queste discipline dalla cui polvere del passato nascono forme completamente nuove e difficilmente etichettabili.
Non è una rivista che racconta i nuovi trend, ma parla di "genuinità", un mantra emergente che decenni di foto ritoccate e riviste patinate avevano cancellato dalla memoria. 

ISSUE 23 - VICTORY
Nel panorama contemporaneo, un concetto come Vittoria è diventato obsoleto. O meglio, si è trasformato in una retorica stanca che non riesce ad affrontare le dinamiche di potere e le narrazioni che modellano il nostro panorama attuale. Mentre il confine tra Vittoria e Sconfitta si è offuscato, diventando sempre più soggettivo e contestuale nella nostra era postmoderna, il concetto tradizionale di Vittoria, con le sue connotazioni di dominio e superiorità, è stato scartato come obsoleto: una reliquia di un'epoca passata. Tuttavia la guerra in Ucraina ha infranto le nostre illusioni e ci ha riportato a una dura realtà, in cui la guerra in Europa rimane una possibilità inquietante e la parola Vittoria è tornata al centro della scena.
Alla luce di queste circostanze, vorremmo riflettere su questo termine e abbracciarlo mentre ridefiniamo cosa questo concetto potrebbe significare oggi. Quale posizione vogliamo che abbia nel discorso contemporaneo? Victory può rappresentare una prospettiva personale e generazionale che si estende ad ogni aspetto della nostra vita? Dall'ampio allo specifico, vorremmo pensare che oggi la Vittoria assuma la forma di una profonda convinzione, una forza motrice che ci spinge a lottare e ad andare avanti. Un impegno che va oltre le mere conquiste esterne e trascende in un viaggio definito dalla scoperta di sé e da scoperte potenzianti. La vittoria è ciò che accade dopo che abbattiamo le barriere che ci limitano e smettiamo di agire per un senso di inadeguatezza. Vittoria significa pensare l'impensabile e raggiungere l'irraggiungibile - un atteggiamento che appartiene a coloro che smettono di cercare di conformarsi perché, all'interno della Vittoria, hanno già trovato la propria prospettiva.