C-Site è un esperimento ben riuscito di Frab's. I suoi autori, Xuechen Fan e Maxim Corner di Ori.studio, lo annoverano tra i magazine, ma in realtà è la destrutturazione del magazine e il perseguimento di un gioco di design concettuale.

Il primo impatto quando ci è arrivato il pacco dalla Cina è stato quello di un ponderato spavento quando aldilà del design delle pagine abbiamo visto tutti i caratteri in cinese. Per trovare la traduzione promessa dagli editori abbiamo dovuto scorrere i dieci maxi fogli ripiegati del progetto per trovare in fondo un libello in carta riciclata con una minuziosa traduzione in lingua inglese. E allora è iniziata la nostra avventura. 

 

 

Al primo numero, questo prodotto editoriale edito e stampato a Pechino, in Cina, ci propone una dissertazione sul concetto di "nuovo", in particolare "Il nuovo è la bellezza prima che arrivi il vecchio e dopo che il vecchio se ne è andato". Su questo tema gli autori fanno intrecciare con asiatica precisione domande e risposte di 10 tra artisti, fotografi, architetti e designer.

L'asiatica precisione viene rappresentata dal fatto che gli autori hanno personalmente composto questo prodotto editoriale che non ha nessuna rilegatura in quanto nella busta di plastica sono contenute 10 interviste in fogli di carta grandissimi, ognuno minuziosamente ripiegato con fotografie, metriche e testi organicamente sparsi per ogni foglio. Dopo questi 10 fogli dentro ad un piccolo leaflet imbustato vi sono fotografia e biografie degli autori. Segue  la traduzione in inglese e chiude un cartoncino rigido che dà struttura a questo esperimento completamente destrutturato. 

Per studiare questo pezzo di artigianato vi servirà uno spazio sufficientemente grande. Sarà qui che sul tema del nuovo di cui parlavamo prima i 10 intervistati partono dalla descrizione del concetto e si fanno domande consequenziali con le quali rispondono alla domanda del primo, danno una loro interpretazione e formulano una domanda al secondo. In sostanza funziona così: a dà la sua visione sul tema, poi si rivolge a b ponendogli un quesito al quale risponde dando la propria interpretazione e formulando poi il proprio quesito a c.

 

 

 

E' una sorta di intervista senza intervistatore che inaugura un filone definibile come "intervista interconnessa", senza alcuna necessità di un regista. Lo fa con un numero che parte dal concetto di nuovo e finisce in realtà per stupirci e nuovamente portarci ad un concetto che nel nuovo e nella modernità sempre di più agli aspetti positivi aggiunge fattori negativi. L'interpretazione principale del concetto di nuovo porta quasi tutti gli intervistati a cadere inesorabilmente sulla folle corsa della tecnologia, da internet ai social alle fotografie scattate in ogni istante della nostra vita.

Emerge come un tuffo al cuore dopo questa lettura il senso ambiguo dello sviluppo tecnologico, partito come bello quasi a prescindere, ma con angoli nascosti che ci portano in ogni sfaccettatura a trovarne sensi ambigui, pericolosi per noi stessi.

C-Site ci ha lasciato una nota di dimensione parallela, una sorta di sottosopra della modernità e interrogativi a non finire. E' un progetto ben riuscito sul piano grafico e parallelamente sul piano teorico e concettuale. Fa innamorare l'appassionato di carta strana e fa fumare il pensiero di chi studia la nostra epoca. 

E' un tuffo magistrale nella conoscenza degli interrogativi che dilaniano un mondo sopito che da lontano non vediamo o non ci viene fatto vedere. 

Se siete curiosi lo trovate disponibile su Frab's a questo link.

Buon viaggio!

28 luglio 2019 — Dario Gaspari

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