Nato a Titan, un quartiere popolare di Bucarest, Kajet è una collezione testuale e visiva di pensieri, un insieme di narrazioni trascurate, una sequenza di riflessioni e prospettive per una storia in divenire.
Con un nome che è la versione esterneurope del francese Cahier, la rivista fondata da Petrică Mogoş e Laura Naum vuole essere per l’appunto un quaderno di annotazioni che propone, contro ogni stereotipo, arte e cultura dell'Europa dell'Est ad un pubblico internazionale.
Dimensioni: 16 x 23 cm
Copertina: morbida
Numero di pagine: 298
Lingua: inglese
ISSUE 5
Negli ultimi tre decenni di accresciuta precarietà e insicurezza, l'atto di rimodellare il futuro è scomparso nelle turbolente trasformazioni che hanno investito l'Europa dell'Est. L'idea stessa di immaginare un futuro migliore è stata relegata in un ideale logoro, ampiamente considerato come un sottoprodotto del privilegio, o completamente rimosso dall'immaginario collettivo.
Chi ha tempo per pensare al futuro nell'era del semiocapitalismo, quando l'ideologia è penetrata in modo pervasivo in tutte le forme di esistenza? Contrapposta tra utopia e assurdità, anche la possibilità di fantasticare su ciò che verrà è stata scartata e annullata.
L'intento principale del quinto numero del Kajet Journal è quello di abbozzare provvisoriamente una ri-concettualizzazione del futuro dell'Europa dell'Est: formulare un nuovo prototipo di futurismo orientale, che non sia affatto esaustivo ma che vada letto come un invito a nuove e entità attiviste per sviluppare la propria comprensione del concetto.