Non leggevo Monocle da molti numeri. Da un po' di tempo il moloch delle riviste indipendenti è tornato su Frab's, e quel titolo "Why it's time to make an effort again", così stridente con alcuni rumori di fondo del mainstream quotidiano, mi ha dato la spinta a prendermi due ore intense per la lettura del numero di Ottobre 2022

Il risultato è WOW. Monocle dopo 157 numeri dimostra ancora nei fatti e nella concretezza delle sue pagine poco patinate come le riviste siano in grado molto di più dell'informazione quotidiana, dei social media e di una parte consistente dell'informazione online, di farci uscire dalla nostra bolla e di farci guardare intorno, scrutando da fuori il mondo e vedendo dove stiamo andando. 
Monocle, come le riviste indipendenti in genere, ha l'abilità non comune di essere intrisa di quotidiano e contemporaneamente di fornirci uno sguardo dall'alto che ci indica dove questo quotidiano ci porta e quali sono i cambiamenti in atto che, storditi dal presentismo imperante, spesso non siamo in grado di vedere. 

Leggere Monocle è stato per anni uno status symbol. Poi, finita la moda, leggere questa rivista è rimasto un atto d'amore e di profonda intelligenza per chi in quello status symbol realizzava davvero la sua concretezza quotidiana. Rivista di moda, società, cultura, design, è fatta per chi vive la vita con curiosità e, certamente, anche con un certo stile
Il grande leit motiv di questo numero 157 è un tema importante che ha a che fare con la coscienza di sé: la capacità di invertire la rotta, di scegliere la propria strada, anche incuranti dell'età. Si parla di nuovi sistemi di ripopolamento e riscoperta della provincia spagnola quasi completamente spopolata, si parla di città medio-piccole e di come i grandi eventi politici e sportivi stiano iniziando a scegliere queste come loro sede compensando alcune difficoltà logistiche con il calore delle persone, di come l'auto-imprenditorialità possa aiutare a realizzarsi anche quando non si è più giovani, di come le startup e la bellezza ricercata nella costruzione di alcune città minori stiano aiutando a plasmare un loro radioso futuro. Parla, naturalmente, anche di moda e di eleganza non convenzionale, quella di piccoli brand che fanno della qualità, dell'autenticità e della ricerca di prodotto un loro must, realizzandosi pienamente anche se restano di dimensioni contenute. 

Monocle ci fornisce uno scorcio di mondo e regala nella lettura dei tanti e vari articoli un entusiasmo sobrio, una porta di possibilità che sicuramente si rivolgono a chi nelle vita può permettersi di investire su se stesso, ma fornisce un immaginario realizzabile e a volte di successo a chi è disposto a investire su di sé con fatica e impegno. 

Il fatto che Monocle sia una rivista indipendente ancora oggi potrebbe scatenare le ire degli indipendentisti ad ogni costo, dei puristi del no adv, ma non la nostra. Monocle dichiara di stampare ben 80.000 copie, con oltre 24.000 abbonati, e realizza 10 numeri all'anno. Ma non fa parte di alcun circuito editoriale, non ha come "padrone" alcun grande editore. E' un'idea potente di Tyler Brùlé, personaggio che meriterebbe certamente un reportage a parte, che ha visto la luce nel 2007. E per far emergere idee così forti e chiare come quelle che porta avanti Monocle, le parole non sono quasi mai sufficienti, e gli investimenti economici diventano spesso l'unico strumento per realizzare le idee. Così, la pubblicità raffinata che trovate in questo magazine, anche da parte di grandi gruppi commerciali, non è un fine, ma un mezzo. La differenza sta tutta qui: una rivista è indipendente quando utilizza la pubblicità come mezzo per poter comunicare i propri contenuti, e non viceversa. E Monocle è certamente una di queste. 

Oggi Monocle è anche un brand affermato, con alcuni caffé in giro per il mondo, una propria linea di abbigliamento, un podcast molto ascoltato e altri canali comunicativi. Il magazine è figlio di un genio del settore come Tyler Brùlé, un giornalista canadese che dopo una dissaventura in Afghanistan che lo priva quasi del tutto dell'uso della mano sinistra, fonda la rivista Wallpaper. Ancora oggi esistente, Wallpaper era una testata rivoluzionaria per l'epoca, che parlava di design con un approccio totalmente indipendente e che usciva dai canoni delle più comuni riviste di settore esistenti all'epoca. Wallpaper attira così tanto interesse che viene venduta per oltre 1 milione di Dollari (sulla cifra esatta di vendita le fonti non sono concordanti) al gruppo della più nota rivista Time. 

Anche grazie a quell'investimento, Tyler Brùlé crea il magazine Monocle, che nasce appunto nel 2007, l'epoca in cui la cultura hipster in giro per il mondo era nel cultime della sua wave (libertà, riscoperta dell'identità individuale, insofferenza al conformismo, attenzione a ciò che era piccolo, vero e autentico erano i suoi must) e dilaga in ogni continente parlando proprio a chi si riconosceva in un certo modo di essere e di pensare il mondo.  
Finita quell'ondata culturale, Monocle si è affermato per la propria identità e non ha mai smesso di ricercare bellezza, cura dei dettagli e attenzione all'autenticità parlando anche di società e cultura. E' anche una rivista che è riuscita ad evolvere e far crescere con sé i propri lettori, che da visionari venticinquenni hipster oggi sono donne e uomini adulti che non hanno mai smesso di ricercare autenticità e stile nel loro stare al mondo.

Comunque la si pensi, Monocle è stato l'antesignano di un corso di magazine che ci ha insegnato due valori che ancora oggi sono in grado di permettere a una rivista di crescere partendo da una passione: la fedeltà alla propria linea editoriale, la chiarezza verso il proprio pubblico di riferimento, e l'investimento pubblicitario come mezzo per diffondersi.

Grazie Tyler e al prossimo mese! 


October 09, 2022 — Dario Gaspari
Tags: magazine

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