Sono tutte donne, sono tutte giovani e tutte si sono formate e lavorano nel mondo dell'arte ed è proprio qui che nasce in loro un senso di frustrazione, ma anche un'esigenza di consapevolezza e cambiamento. 
Si chiamano Greta Langianni, Sara Lorusso, Chiara Cognigni e Alice Arcangeli, rispettivamente founder, co-founder, art director e illustratrice di Mulieris Magazine, una rivista per certi versi scomoda, ma che urla verità in ogni pagina. Sì, perché scopriamo, leggendola, che il mondo dell'arte è percorso ancora oggi da profonde disparità di genere, riflesso di una società in cui se sei donna rischi ancora di essere considerata un essere umano di serie b. 
In occasione del lancio del secondo numero di Mulieris, dedicato al tema della vergogna, abbiamo chiesto a Greta, Sara, Chiara e Alice di raccontarci questo magazine che vuole diventare manifesto e voce di una nuova generazione di donnx e creativx. 

Come nasce e qual è l’obiettivo di Mulieris?
Mulieris nasce nel Marzo 2018 da giovani creative che si trovavano nel periodo universitario, chi l’aveva appena terminato e chi appena iniziato. Nasce un po’ da un sentimento di dispiacere, sentirsi giovani e pieni di voglia di fare, ma con poche possibilità. Mulieris vuole aiutare i giovani creativi del mondo dell’arte e aprirgli le porte a collaborazioni e possibilità di lavoro. Ci teniamo a ricordare che essere creativi è un lavoro. Il nostro team si completa poi con l’esigenza di arrivare al mondo dell’editoria indipendente.

Come racconteresti la rivista a chi non la conosce?
Mulieris è sicuramente un viaggio tra i lavori di artiste da tutto il mondo, contiene racconti intimi, personali e riservati. È bello pensare che ogni partecipante affida a noi un pezzo di loro, della propria vita e del proprio vissuto. Abbiamo deciso di ampliare i numeri con editoriali, rubriche e focus su argomenti chiave della vita di ognuna di noi, argomenti che spesso non sono trattati o sono tenuti in secondo piano per motivi socioculturali. Potremmo paragonare Mulieris Magazine a una lente d’ingrandimento che porta alla luce temi nascosti e li tratta con molta sensibilità e rispetto.

Come mai avete creato un team tutto al femminile?
La creazione di Mulieris è stata una conseguenza di esigenze. Da una parte la necessità di creare un save place per giovani artiste, quindi pari opportunità e un ambiente di lavoro senza discriminazioni che sembrava sempre più difficile incontrare altrove; dall’altra ci ha unite un bisogno di confronto e supporto dal punto di vista artistico e amicale.
Mulieris nasce come vetrina per artiste donne e chiunque si identifichi nel genere, ci sembrava doveroso che il nostro team fosse coerente al nostro progetto ma è stato anche molto spontaneo. Ci teniamo anche a precisare che la nostra è una scelta fluida, siamo sempre disponibili a nuove idee e proposte e la nostra piattaforma vuole essere aperta alla voce di qualsiasi minoranza.

Il team di Mulieris

 

Nelle pagine della vostra rivista trattate tematiche importanti e impegnate, a volte tabù (come la masturbazione), altre scomode come la denuncia della disparità di genere da un punto di vista delle professioni creative. Quali sono stati i principali ostacoli che avete riscontrato nel riportarli al lettore?
Il progetto della nostra rivista è nato perché noi siamo in prima persona creative che hanno riscontrato disparità nel settore. Il british journal of photography riporta che nel mondo il 70-80 % degli studenti di fotografia sono donne, ma solo il 13-15% di donne risulta lavorare effettivamente come fotografa. Quasi nessuno è al corrente di questo ed è qui che entra in campo mulieris: mostrare il mondo del lavoro per come è ovvero non paritario. Questo forse è il principale ostacolo che abbiamo trovato, il fatto di esserci schierate, di parlare per le donnx (vogliamo dar voce a tutte le minoranze cis - trans e non binary). Bisognerebbe distaccarsi dall’idea che se ti schieri allora diventi irrimediabilmente estremista, noi vogliamo solamente la parità di opportunità per tutti.

Il secondo numero di Mulieris è dedicato al tema della vergogna. Che cos’è per voi la vergona e perché avete sentito l’esigenza di parlarne?
L’idea del tema vergogna è nato durante uno scambio di idee, ci si incontra (quando ancora si poteva) e ognuna di noi espone papabili temi da trattare. Greta aveva proposto la vergogna e ci aveva convinte fin da subito. Crediamo sia una sensazione che ti penetra e una volta che l’hai provata te ne ricordi quasi per sempre. Ci hanno detto spesso di vergognarci: "mettiti composta a tavola, sii una signorina, mi fai vergognare, dove vai con quella gonna così corta? - o anche - dovrebbe vergognarsi di uscire con così tanti ragazzi, cosa penserà la gente di lei’’.
Una cosa che abbiamo constatato è che la vergogna non fa parte di noi sin dalla nascita, anzi sono spesso gli altri che ce la fanno provare e la maggior parte delle volte ingiustamente.

Come avete selezionato le creative ospitate in questa edizione?
Prima di tutto apriamo una open call in cui ogni artista è libero di mandare un progetto o un’idea di progetto da sviluppare assieme e poi parallelamente una parte del team si occupa di contattare e scegliere le artiste che più riteniamo essere in linea con il tema. Le creative spesso sono artiste che già conosciamo o che stimiamo sui social. Sicuramente crediamo che il processo di ricerca sia una delle parti più stimolanti del processo creativo di Mulieris, perché si conoscono tante nuove persone da tutto il mondo.

Domanda di rito: perché un magazine cartaceo nel 2021?
Nonostante questo periodo pieno di problemi e difficoltà abbiamo deciso di portare avanti i nostri obbiettivi, tra cui la produzione del nostro numero cartaceo, un prodotto senza tempo che vediamo eterno nelle librerie dei nostri lettori. In un mondo dove ormai tutto è digitale e momentaneo ci piace pensare che Mulieris sia un progetto permanente, stampato su carta e conservato con amore.

21 marzo 2021 — Anna Frabotta

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